Cosa si intende con 'scambio sul posto'

Cosa si intende con 'scambio sul posto'

Il fotovoltaico è una buona fonte di risparmio. Questo è il motivo che spinge sempre più persone ad investire in un impianto in grado di produrre energia senza dover dipendere di continuo dalla rete elettrica. Ci sono poi ottimi motivi per passare al fotovoltaico se si è sensibili alle tematiche ambientali, l’energia solare è, naturalmente, una fonte rinnovabili. Il fotovoltaico però può rivelarsi anche una fonte di guadagno, attraverso il cosiddetto scambio sul posto.

Cos’è lo scambio sul posto?

Per scambio sul posto si intende la stipula di un contratto con un gestore di energia elettrica che permette di poter immettere nella rete elettrica tutta l’energia auto-prodotta e non consumata e di poterla prelevare nei momenti di non produzione. Secondo quanto ha decretato l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, chi attiva uno scambio sul posto può decidere di utilizzare l’energia immessa nella rete o come una sorta di credito da utilizzare nei casi di necessità o di ricevere un pagamento annuale per tale energia.

Lo scambio sul posto è conveniente?

Sicuramente l’autoconsumo risulta molto più conveniente rispetto alla vendita dell’energia, perché il GSE, il gestore per i servizi elettrici, ha previsto un costo minore per l’acquisto di ogni kWh rispetto a quanto vengono invece pagati normalmente dai consumatori. Il costo, e quindi la retribuzione, infatti, è pari a 0.1€/kWh, mentre l’acquisto è più o meno pari a 0,18-0,24 €/kWh.

Come funziona?

Il contratto di scambio sul posto prevede di ottenere un credito presso il GSE, attraverso un contributo in consto scambio, appunto, che è uguale alla quota/valore tra l’energia che è stata immessa nella rete pubblica e quanto pagato al gestore per l’energia comprata. A livello fiscale ci sono delle differenze. Per quanto riguardi gli impianti domestici con potenza inferiore ai 20 kW non vi è l’obbligo di imposizione dell’IVA né comporta una dichiarazione ai fine dell’Irpef. In quelli superiori, invece, va versata sia l’Iva che le imposte ed è necessario produrre una fattura intestata al GSE. Stessa situazione si ha quando l’impianto fotovoltaico non ha la funzione dell’autoconsumo o non è sistemato nel tetto dell’abitazione o in uno spazio di pertinenza dell’edificio.

Il contributo è erogato direttamente dal GSE ogni tre mesi. Ogni anno, poi, viene calcolato un conguaglio, che va a valutare le differenze tra le immissioni di energia in rete e i vari prelievi. In caso di saldo negativo, l’importo viene addebitato direttamente sulla classica bolletta. In presenza di saldo positivo, invece, si ottiene un credito espresso in euro, che non presenta nessuna scadenza. Per poter attivare il contratto di scambio sul posto, in ogni caso, è previsto un contributo annuale pari a 30 euro e si può richiedere o presentando il Modello Unico direttamente ad un gestore di energia elettrica, che poi andrà ad interfacciarsi con il GSE, o facendone domanda direttamente al GSE stesso, tramite il portale online dedicato.

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